Oltre 6mila i poster inviati in risposta alla call internazionale lanciata a febbraio su un tema che negli ultimi anni è diventato sempre più rilevante. Tutte le candidature ritenute idonee sono state poi valutate dalla giuria online composta da 100 – 50 donne e 50 uomini – tra illustratori, docenti, giornalisti, linguisti ed esperti di fake news, attivisti, rappresentanti di ONG e persone che lavorano nei media di tutto il mondo. Dopo questa prima selezione, i migliori 300 manifesti si sarebbero dovuti “sfidare”giovedì 22 ottobre nella giornata d’apertura del festival Conversazioni sul futuro, annullato a causa delle restrizioni anticovid19.
I dieci poster sono opere di Linlin Chang e Peng Zhang (Cina), Massimo Dezzani (Italia), Goon Arindam (India), Erfan Meftahpour e Kiadehi Yaser Rezaei (Iran), Eva Temponera (Grecia), Wojtek Zatorski (Polonia), Eylül Hazal Babacan (Turchia),Sonia & Gabriel Un mundo feliz (Spagna).
“Forse meno si parla di fake news, meglio è. Purtroppo, non c’è scampo, con le parole o con le immagini, ma questo non vuol dire che non possiamo fare niente a riguardo. Qualunque siano le vostre idee politiche o le vostre credenze, sono solo i fatti e il confronto aperto che ci aiuteranno ad andare avanti insieme, invece di radicarci sempre di più nelle nostre posizioni come vorrebbero le fake news”, si leggeva nella call. “Non possiamo fermare le notizie false, ma possiamo fare del nostro meglio per rendere le persone consapevoli della verità. È il momento di verificare i fatti, non le notizie false. Vogliamo che incoraggiate la gente a contrastare le notizie false con fatti, cifre e fonti che illuminano l’oscurità. Inoltre, vogliamo che alziate la voce per chiedere un’ulteriore regolamentazione di Internet e dei Social Media. Controllate le fonti. Se c’è una fonte, scoprite se è accurata. Se non c’è una fonte, chiedete perché non c’è. Controllate chi ha fatto il post, l’argomento o la fonte. Sono un bot? Sono affidabili? Quali altri post hanno fatto? Verificate i fatti con una fonte «ufficiale» di fiducia, ad esempio un’agenzia governativa o chiunque sia regolamentato o sia obbligato per legge a dire la verità. Richiedere la regolamentazione dei media digitali (social media). A differenza dei media tradizionali, le piattaforme come Facebook e Google non sono obbligate a controllare gli annunci politici o i contenuti pubblicati. Ciò significa che i politici possono mentire senza conseguenze. Questo deve cambiare. Twitter ha smesso di pubblicare annunci politici, ma Facebook e Google si rifiutano di farlo. Questo deve cambiare”.
Poster For Tomorrow nasce nel 2009 come un modo, per un gruppo di designer, di attirare l’attenzione sul tema della censura diffusa in tutto il mondo. Rapidamente si è trasformato in un movimento internazionale per promuovere il diritto alla libertà di espressione di ogni uomo e donna, l’abolizione della pena di morte, il diritto all’istruzione, l’uguaglianza di genere, il diritto alla casa e al lavoro. Nel corso di questi anni si è creata una vasta comunità di designer attivamente coinvolti nella comunicazione sociale, sono stati organizzati oltre 100 dibattiti, 1500 mostre e oltre 300 workshop in scuole e università in tutto il mondo. Nelle prime dieci edizioni sono stati inviati oltre 39mila poster da tutto il mondo. Se il 2019 è stato l’anno delle mostre, dedicato all’esplorazione e alla presentazione del database visivo raccolto, dal 2020 il concorso diventa a cadenza biennale, concedendo più tempo per una migliore gestione, una preparazione più efficace, una pianificazione più efficiente e brief più dettagliati e più chiari, che porteranno a un aumento della qualità del concorso e delle mostre, del numero dei seminari e delle collaborazioni sia all’interno che all’esterno della comunità del design.
Il Festival Conversazioni sul futuro è ideato e organizzato, con il coordinamento di Gabriella Morelli, dall’associazione Diffondiamo idee di valore in collaborazione con numerose realtà pubbliche e private. Ogni anno il festival propone in quattro giorni circa 100 appuntamenti in una trentina di luoghi della città pugliese coinvolgendo oltre 250 ospiti. Dal 2013 (nelle prime due edizioni con il nome di Xoff) cerca di raccontare con pluralità di argomenti (education, scienza, food, giornalismo, comunicazione, diritti, innovazione, economia, web, ambiente, design, sport, migrazione, storia, televisione, politica), linguaggi (cinema, musica, teatro, arte, libri, fotografia, disegno) e di punti di vista (coinvolgendo intellettuali, giornalisti, imprenditori, scienziati, attivisti, blogger, ricercatori, musicisti, docenti, scrittori, registi, artisti, comunicatori, designer, educatori, amministratori pubblici, studiosi e studenti) il mondo contemporaneo e quello che verrà. L’edizione 2020 è stata annullata a causa della pandemia internazionale e delle conseguenti restrizioni anticovid-19.