Lunedì 21 dicembre si parte con Bruno Mastroianni e il suo recente volume “Litigando si impara. Disinnescare l’odio online con la disputa felice” (Franco Cesati Editore). Il libro non vuole essere un manuale di comunicazione gentile, ma il suo contrario: un corso di “lotta di strada” per imparare a stare nei conflitti quando ci si sente circondati, quando si è fatto qualche passo falso e tutto sembra andare storto. Perché non bisogna aver paura della naturale tendenza umana a litigare, occorre solo guardarla in faccia per quella che è: una forma di violenza (verbale) che è l’ultimo rifugio degli incapaci (a discutere), parafrasando Asimov. In una società iperconnessa che oscilla tra il cittadino “silenzioso” che, per eccesso di politicamente corretto, non ha più voglia di discutere, e il cittadino “urlatore” immobile nelle sue posizioni impermeabili a ogni confronto, abbiamo bisogno di persone che sappiano fare la differenza discutendo. Dalle ceneri fallimentari dei nostri litigi possono nascere, infatti, dispute felici piene di soddisfazione. Basta imparare dagli errori: come quando sbagliamo, anche litigando si impara. Bruno Mastroianni, filosofo, giornalista, consulente per i social media di alcune trasmissioni Rai. Si occupa di discussioni online, conflitti e comunicazione di crisi. Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze e Cultore di Teoria dell’Argomentazione all’Università di Padova. Ha scritto “La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico” (Cesati, 2017) ed è coautore con Vera Gheno di “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” (Longanesi, 2018).
Martedì 22 dicembre il portavoce italiano di Amnesty International Riccardo Noury presenterà “La stessa lotta. La stessa ragione. Storie di donne per i diritti umani” (People). Nel libro l’autore raccoglie con grande partecipazione emotiva frangenti di vite di 27 donne, che punteggiano una mappa di impegno. Ciascuna di loro si è trovata a scegliere di non piegarsi alla prevaricazione, alla violenza, alla negazione dei diritti di base: la casa, la libertà di espressione, l’uguaglianza, la giustizia. Le loro sono testimonianze di attivismo coraggioso, eroico e drammatico, che attraversano tutto il mondo. E in tutto il mondo stanno a ricordarci quanto la Dichiarazione dei diritti umani sia rimasta inattesa e inapplicata in misura sconcertante. Dal Perù al Myanmar, dalla Siria all’Uganda, dalla Francia alla Svizzera un filo rosso le collega: da Sarah in Egitto – la prima presentata – a Sara in Italia – che chiude la raccolta –, si sono fatte carico della responsabilità e del rischio di opporsi all’ingiustizia del potere. Queste sono le loro storie. Riccardo Noury è portavoce di Amnesty International Italia, organizzazione non governativa per la difesa e la promozione dei diritti umani di cui fa parte dal 1980. È autore, coautore e curatore di numerose pubblicazioni, in particolare sui temi della tortura e della pena di morte. Ha curato Non sopportiamo la tortura (Rizzoli 2001) e le edizioni italiane del Rapporto annuale di Amnesty International dal 2003. Ha tradotto e fatto pubblicare in Italia un’antologia di poesie scritte dai detenuti di Guantánamo (Poesie da Guantánamo, Edizioni Gruppo Abele 2008). Con Luca Leone ha scritto Srebrenica. La giustizia negata (Infinito Edizioni 2015). Di recente ha pubblicato l’e-book La testa altrove. Diario dall’isolamento al tempo della pandemia (Infinito Edizioni 2020). Scrive di diritti umani su due blog ospitati dal Corriere della Sera e dal Fatto Quotidiano. Collabora con i portali Articolo 21, Focus on Africa e Pressenza. I proventi derivanti dai diritti d’autore saranno, per volontà dell’autore stesso, devoluti ad Amnesty International.
Mercoledì 23 dicembre appuntamento con l’incontro Che genere di lingua: riflessioni crossmediali sul peso delle parole. Come vengono usate? Come dovrebbero venire usate? Si può fare meglio? E perché? A queste e altre domande proveranno a dare una risposta Isabella Borrelli (Digital strategist, attivista per la parità di genere e LGBT+), Vera Gheno (Sociolinguista) e Katia Lotteria (Presidente Casa delle Donne Lecce).
La rassegna – promossa in collaborazione con Regione Puglia (Art 8, LR 12.2005 – Iniziative per la pace e per lo sviluppo delle relazioni tra i popoli del Mediterraneo) – proseguirà con altri tre appuntamenti, sempre alle 18:50, dal 28 al 30 dicembre.
Fino alla fine dell’anno, inoltre, nelle vie e nelle piazze di Lecce saranno in affissione pubblica i dieci poster più rappresentati dell’undicesima edizione di Poster For Tomorrow, dedicata al tema “Fake News“. Nel 2020 l’associazione Diffondiamo Idee di Valore e il festival Conversazioni sul futuro sono stati, infatti, partner del concorso internazionale che, dal 2009, ha raccolto più di 45mila poster, promuovendo oltre 100 dibattiti, 1500 mostre e più di 300 workshop nelle scuole e nelle università di tutto il mondo. Oltre 6mila i poster inviati in risposta alla call internazionale lanciata a febbraio su un tema che negli ultimi anni è diventato sempre più rilevante. Tutte le candidature ritenute idonee sono state poi valutate dalla giuria online composta da 100 – 50 donne e 50 uomini – tra illustratori, docenti, giornalisti, linguisti ed esperti di fake news, attivisti, rappresentanti di ONG e persone che lavorano nei media di tutto il mondo. Dopo questa prima selezione, i migliori 300 manifesti si sarebbero dovuti “sfidare” giovedì 22 ottobre nella giornata d’apertura del festival Conversazioni sul futuro, annullato a causa delle restrizioni anticovid19. La giuria ha poi scelto, lavorando online, i 10 poster più rappresentativi che, in attesa della mostra dei 100 vincitori che in primavera inizierà il consueto giro nelle piazze di tutto il mondo, saranno in affissione pubblica nelle strade del capoluogo salentino e visibili anche all’interno della libreria delle Officine Culturali Ergot di Lecce in collaborazione con Holm! Editoria e disegno. I dieci poster sono opere di Linlin Chang e Peng Zhang (Cina), Massimo Dezzani (Italia), Goon Arindam (India), Erfan Meftahpour e Kiadehi Yaser Rezaei (Iran), Eva Temponera (Grecia), Wojtek Zatorski (Polonia), Eylül Hazal Babacan (Turchia), Sonia & Gabriel Un mundo feliz (Spagna).
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