Martedì 16 marzo alle 19 in streaming su Facebook e Youtube con lo spettacolo “Storia dell’occhio” di e con Fabio Tolledi e Mauro Tre, nell’ambito di “Nella città venni al tempo del disordine“, prosegue la rassegna “Residenze a teatro“. Il progetto della compagnia salentina Astràgali Teatro, finanziato da Artisti nei territori delMIC – Ministero della cultura e dalla Regione Puglia, dal 13 febbraio al 30 marzo sta sperimentando un’azione di condivisione di ricerche e pratiche artistiche che nascono dalla riflessione sul ruolo che possono giocare le arti in generale e il teatro in particolare nella ricostruzione delle comunità e nella risoluzione non violenta dei conflitti. In programma tre residenze teatrali in presenza (dopo Mana Chuma Teatro e Audrey Launaz e Matthieu Elie Pierre Juilland, si è aperta quella con Jean Hamado Tiemtorè) con momenti di presentazione e dimostrazione di lavoro sul web e spettacoli online di quattro compagnie pugliesi (con Astragali anche Terrammare, Teatro Le Forche e Diaghilev).
Dopo Fragile (primo studio per una residenza) di Terrammare Teatro, “Residenze a teatro” (con “repliche” anche da Nardò, Massafra e Mola di Bari), ospiterà dunque Astràgali Teatro in “scena” con “Storia dell’occhio“, un percorso attraverso la poesia europea del ‘900, dedicato a Georges Bataille. La voce dell’attore, autore e regista Fabio Tolledi e la musica del pianista Mauro Tre tessono trame nel corpo, nella voce. Georges Bataille ne “L’erotismo” definisce la poesia come “il mare che si unisce al cielo”. “Abbiamo iniziato questo cammino seguendo le tracce indicate da Bataille per scoprire, ancora una volta, come il suono della poesia possa reinventare il mondo, abitare poeticamente il mondo nella voce che vibra, che trasforma i luoghi”, sottolinea Fabio Tolledi. “Ci siamo messi in cammino con le parole di Edmond Jabès, Paul Celan, Rainer Maria Rilke, Vittorio Bodini e molte altre voci che hanno, via via, accompagnato il nostro viaggio. Storia dell’occhio trova nell’incontro tra scrittura poetica, musica e immagini un nucleo fecondo di suggestioni, coinvolgendo gli spettatori nella scoperta delle parole, che divengono corpo e vita”. I suoni delle voci parlano di una resistenza poetica, di una profonda consapevolezza del fare poetico, della parola che si fa essenza e sostanza del dire. Poesia è il mondo che diviene nostro. Da anni Astràgali Teatro pratica un percorso teatrale segnato dalla ricerca poetica e sonora, che costituisce una parte fondamentale del proprio lavoro, avvalendosi della collaborazione di poeti, musicisti, artisti visuali.
Martedì 23 alle 19 appuntamento con Kore del Teatro Le Forche con Giorgio Consoli, Erika Grillo, Ermelinda Nasuto e
Giancarlo Luce, che firma la regia. Persèfone (Kòre), era la figlia di Demetra e Zeus. Suo zio Ade si innamorò di lei, tanto da rapirla e portarla con sé negli inferi. Qui la fanciulla cadde in trappola: accettò di mangiare sei chicchi di melograno, senza sapere che mangiare i frutti degli inferi comportasse, nel suo caso, il rimanerne per sempre legata ad Ade. Demetra non si rassegnò al rapimento della figlia; causò infatti un inverno interminabile che gelò la crescita delle messi. Così Zeus trovò una soluzione: Persèfone sarebbe rimasta con Ade nell’oltretomba tanti mesi quanti chicchi aveva mangiato e il resto dell’anno con la madre Demetra. Nei sei mesi in cui Persèfone tornava dalla madre, la gioia di Demetra faceva sì che ci fosse la primavera e l’estate. Nei restanti, la tristezza di Demetra dava luogo all’autunno e all’inverno. Da qui nacque il mito delle stagioni.Mercoledì 24 marzo, sempre alle 19, chiude la serie di spettacoli Decameron di Giovanni Boccaccio nella riproposizione della compagnia Diaghilev diretta e interpretata da Paolo Panaro. Firenze, 1348. Arriva la peste. Sette donne e tre uomini decidono di abbandonare la città e di trasferirsi in campagna. Per tenere lontano ogni cattivo pensiero e ogni cattiva notizia che potrebbe giungere dall’esterno, i giovani decidono che, a turno, racconteranno ognuno una novella per intrattenersi e riflettere sul significato di ogni storia. Boccaccio concepisce un’opera letteraria che diventa un esempio ed un monito: fino a quando qualcuno avrà qualcosa da raccontare, il mondo sarà salvo. Le novelle proposte dalla compagnia sono “Introduzione alla prima giornata’, ‘’Madonna Oretta’’, ‘’Frate Alberto’’, ‘’Pietro di Vinciolo’’.
Martedì 30 marzo alle 18 (sempre su Facebook e Youtube) il progetto “Nella città venni al tempo del disordine” si concluderà con la performance di “restituzione” di “Tungaya no man’s land”, residenza teatrale di Jean Hamado Tiemtorè,
attore e regista originario del Burkina Faso, attivo in Italia, Francia, Belgio e molto impegnato nel campo del teatro sociale, ospitata in queste settimane dalle sale della Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce. «Tra il 1939 e il 1945, 350.000 soldati africani sono stati coinvolti nella seconda guerra mondiale, hanno contribuito a liberare la Francia e l’Europa dall’occupazione tedesca. Poi sono stati dimenticati, nonché “disonorati” e diffamati in diversi modi. Il nostro progetto», spiega Tiemtorè «vuole riportare alla luce, ridare voce, volto e dignità a questi eroi di guerra oggi rimasti nell’ombra della Storia e delle storie. Raccontare il loro percorso partendo dalle testimonianze degli ultimi sopravvissuti e dei loro discendenti: figli, nipoti e pronipoti, cresciuti talvolta ignorando il ruolo del loro bisnonno nella creazione del mondo libero contemporaneo. La vicenda parte da eventi reali, dal vissuto di mio nonno, ormai veterano, che ha combattuto sotto la bandiera francese insieme a tanti altri chiamati “la forza nera” e rimasti alla storia col nome di Tirailleurs sénégalais».