Spettacoli, laboratori, incontri, danza, teatro per le nuove generazioni: dal 23 al 31 luglio a Campi Salentina, Novoli e Trepuzzi torna “I teatri della Cupa. Festival del teatro e delle arti nella Valle della Cupa”. Per questa settima edizione sul tema “Ricucire“, a Teatro e sui palchi allestiti nelle piazze, nei cortili dei palazzi e in luoghi non convenzionali, si alterneranno alcune tra le migliori realtà della scena teatrale contemporanea italiana e pugliese.
Il programma prenderà il via
venerdì 23 luglio da
Novoli.
Alle 20.30 al
Teatro Comunale in scena “
I sentimenti del maiale” di
Licia Lanera, ultimo spettacolo della trilogia
Guarda come nevica, che ha cominciato il suo percorso nel 2018 con
Cuore di cane, poi nel 2019 con Il Gabbiano ed ora questo. Dopo aver affrontato il romanzo e la drammaturgia con Bulgakov e Cechov, con questo spettacolo Lanera si approccia a lavorare su Vladimir Majakovskij. I sentimenti del maiale è un ironico simposio tra due teatranti sul tema del suicidio, dell’arte e dell’isolamento. È aprile, fuori esplode la primavera, ma i due sono chiusi in una stanza a leggere, a parlare, a giocare a recitare. A fare le prove. Di uno spettacolo o del loro suicidio. I sentimenti del maiale è uno spettacolo che non si compie mai, uno spettacolo in cui la morte di Majakovskij si fonde a quella di Ian Curtis e di un qualunque maiale.
Alle 22 nell’atrio del
Palazzo Baronale la
Compagnia Meridiani Perduti propone “
Stoc Ddo’ – Io Sto Qua“, diretto e interpretato da
Sara Bevilacqua che racconta la tragica storia di Michele Fazio non ancora sedicenne quando viene colpito per errore durante un regolamento di conti tra clan rivali. La vita di Lella, da quella sera, muta radicalmente direzione. Giorno dopo giorno, con la sola presenza di madre ferita, impone le esigenze della giustizia ai clan, denunciando, testimoniando, puntando gli occhi negli occhi di chi vuole imporle il silenzio: io non fuggo, e nemmeno chiudo la porta di casa: “Stoc ddò”. Da dove, Lella, ha tratto la forza per combattere una guerra che non l’ha mai vista abbassare lo sguardo? Dall’esempio di sua mamma, cumma’ Nenette, donna determinata nell’educare i figli alla sostanza delle cose. Dal sostegno del marito Pinuccio, della famiglia e della gente del quartiere. Ma, soprattutto, dal dialogo mai interrotto con Michele, il garzone allegro, l’angelo di Bari Vecchia. Un dialogo, quello con suo figlio, che nessun ostacolo riuscirà mai a impedire, nemmeno la morte.
Info, programma e prenotazioni www.iteatridellacupa.it
Sabato 24, sempre a Novoli, si parte alle 17 nel Palazzo Baronale con la prima Assemblea della parola sul tema Rete italiana “Europe Beyond Access” per discutere di alleanze possibili per un pari accesso alle arti degli artisti, professionisti e pubblici con disabilità. Dalle 20:30 al Teatro Comunale in scena “Hubu Re” di Factory compagnia transadriatica, spettacolo tout public per la regia di Tonio De Nitto, che ruota attorno a “Ubu Roi”, capolavoro di Alfred Jarry, che in questa occasione viene ribattezzato Hubu re a rimandare la presenza e il valore della disabilità (designata nell’immaginario comune con la lettera H). In scena si attraversa un classico del teatro scritto da un ragazzino, Jarry, che tra i banchi del liceo aveva iniziato a immaginare le prime avventure di Ubu, ritraendo in questa maschera distorta il mondo degli adulti e dei borghesi e, a guardarla bene, il ritratto di uno dei suoi professori di cui si prendeva gioco. Una sorta di epopea tragica e parodica dove la tirannia e la cieca conquista del potere fa i conti con l’eroismo di chi suo malgrado si immola per preservare la libertà; il gioco di una grande guerra tra ragazzini, pronti ad assecondare o sbugiardare l’adulto tiranno. La sfida più grande è stata quella di far vivere ai partecipanti un processo artistico di creazione professionale dove ognuno con le sue possibilità è un tassello fondamentale di questo affresco corale onirico e grottesco, che siamo sicuri possa restituire la magia di un incontro speciale. Dalle 22 nel Palazzo Baronale l’attrice Daria Paoletta propone “Esterina Centovestiti“, spettacolo tout public di Enrico Messina, un racconto del mondo dell’infanzia visto e raccontato dal vissuto di Lucia Ghibelli, una giovane donna che cerca di ricomporre con precisione i giorni della scuola e di quando, in quinta elementare, comparve in classe Esterina Gagliardo. L’arrivo di Esterina mette scompiglio nella vita di Lucia e non solo; il fatto che indossa sempre gli stessi pantaloni e ha il colletto del grembiule stropicciato; oppure che se ne sta sempre sola e non è facile comprendere quello che dice. Eppure, come spesso accade, le cose che non si riescono a capire, nel tempo, infine trovano una definizione e finisce che si rivelano fondamentali per la crescita personale di una bambina di dieci anni. Le vicende della storia mettono in luce le gioie e i dolori, le riflessioni più intime, le domande esistenziali, i perché inspiegabili di quell’età fragile e potente al tempo stesso. È una narrazione non prevedibile, tutt’altro che lineare che fa lo spettatore appassionato e coinvolto.
Domenica 25 si parte
alle 20:30 dal
Teatro Comunale di Novoli con una
prima nazionale di
Casa Barbablù un progetto di
Principio Attivo Teatro dedicato al femminicidio, scritto e diretto da
Otto Marco Mercante, sul palco con
Francesca Danese. “Sono rimasto molto colpito da alcuni fatti di cronaca che hanno visto donne come vittime, uccise dai loro partner che dicevano di amarle. Mi sono chiesto come sia possibile che un marito, un fidanzato, un amante possa arrivare a tanto. Mi sono interrogato esplorando l’archetipo di Barbablu, l’uomo che “divora” le donne dopo averle sposate”, sottolinea l’attore e autore. “Ho voluto così sondare il rapporto di coppia, dall’amore che prima unisce, all’indifferenza e poi alla tragedia, per mostrare ciò che accade a molte donne, ma anche a qualche uomo, vittime di delitti maturati in famiglia, tra le mura domestiche. Ho voluto anche lasciare una componente immaginifica che corona la narrazione e si alterna, all’interno del racconto, per rimandare a visioni oniriche più profonde”.
Alle 21:30 in
Corte grande a
Campi Salentina, invece,
Giovanni Delle Donne e
Massimo Giordano proporranno
La Guerra di Rocco. “Alla guerra se parte tisi e se torna stisi”. Solo gli occhi di un picchiatello come Rocco, uno “scemo del villaggio” buono come il pane, possono portare in scena con leggera e dolorosa verità i fatti e le contraddizioni di una guerra. In scena la storia autentica della guerra del ‘15-’18 – Isonzo, Caporetto, Monte San Michele, Gorizia, Vittorio Veneto-, fatti che potrebbero raccontare ogni guerra, in ogni angolo del mondo. È puro lo sguardo di Rocco, che parte al fronte fidandosi dell’uomo, e si aspetta che ogni azione sia giusta e buona, per accorgersi che invece sono tutte senza senso e valore. La logica della guerra (e degli uomini che la fanno) muove da chiusi pensieri in chiuse menti, incapaci ormai di riconoscere il fratello, quand’anche ci fosse davvero un nemico da combattere. E Rocco salva la sua ingenua saggezza e muore cercando di dire, semplicemente, all’altro, sull’altro fronte, che la guerra è finita. Questo spettacolo nasce nell’anno del centenario della Prima Guerra Mondiale, in un pianeta che non ha mai abiurato alla guerra, non si è mai arreso alla pace.
Nei giorni successivi in programma “Fake Folk” di Andrea Consentino della compagnia Cranpi, un progetto di riconquista critico-carnevalesca della piazza e del folklore attraverso le nuove tecnologie; “Un peep show per Cenerentola” di Paola Guerra e Antonio Viganò del Teatro la Ribalta, una creazione di teatro-danza immaginata e pensata (per 14 spettatori a turno) proprio per quel Luogo che si nutre di sguardi, di occhi nascosti che guardano senza essere visti; “Eneide” di Giuseppe Ciciriello della compagnia CartiCù; “Piccoli massacri fuori porta” di Areté Ensemble e Cipriani&Gambaccini, diretto e interpretato da Michele Cipriani, Arianna Gambaccini, Saba Salvemini, Annika Strøhm, una commedia esilarante, necessaria e spietata che ha fatto il giro di tutti i teatri del mondo perché parla dell’essere figli; “GiOtto. Studio per una tragedia” di Giuseppe Provinzano di Babel Crew, a vent’anni dai tragici fatti di Genova; Moby di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia (Arca Azzurra Produzioni | INTI). Musica e teatro con i “Piccoli funerali” di Maurizio Rippa e Amedeo Monda (369 Gradi), spettacolo vincitore alla VI edizione de I Teatri del Sacro, una partitura drammaturgica e musicale che alterna un piccolo rito funebre ad un brano dedicato a chi se ne è andato; Solo la bellezza era purtroppo nel posto sbagliato è una performance dell’attrice e autrice Lea Barletti e del cantautore Maurizio Vierucci ispirata all’opera di Elfriede Jelinek “La morte e la fanciulla”, il primo dei cinque “Drammi di principesse”, quello di Biancaneve. Non mancherà la danza con Save the last dance for me, nel quale Alessandro Sciarroni lavora assieme ai danzatori Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini sui passi di un ballo bolognese chiamato Polka Chinata, una danza di corteggiamento eseguita in origine da soli uomini e risalente ai primi del ‘900; e Graces di Silvia Gribaudi che, ultimo spettacolo del festival, vede in scena tre corpi maschili, tre danzatori dentro ad un’opera scultorea che simboleggia la bellezza in un viaggio di abilità e tecnica che li porta in un luogo e in un tempo sospesi tra l’umano e l’astratto. In programma anche gli spettacoli tout public “Malamat” e “Love is in the air”, tra musica, circo, giocoleria e anime in volo, della Compagnia El Grito; “Alberi Maestri Kids” di Michele Losi (Produzione Pleiadi e Campsirago Residenza), un viaggio di iniziazione, una performance itinerante ed esperienziale alla scoperta del mondo degli alberi e delle piante, principio e metafora della vita stessa; Il fantasma di Canterville, liberamente ispirato all’omonimo racconto di Oscar Wilde di e con Angela De Gaetano. Il festival accoglierà anche altre proposte pugliesi: Michela Marrazzi e Rocco Nigro con Paloma (Factory Compagnia transadriatica e Teatro Koi), uno scambio scenico ed emozionale tra il fascino di una bambola, che riproduce con grazia e minuzia la realtà dei gesti di una donna anziana, e quello della musica, che quei gesti li ispira, li accompagna, li asseconda; “Spezzato è il cuore della bellezza” della Piccola Compagnia Dammacco con Serena Balivo, Erica Galante che racconta la storia di un cosiddetto triangolo amoroso, lui, lei, l’altra di chi lo vive. Principio attivo teatro metterà in scena Preghiera del mattino. Il culo delle donne nella bibbia di Valentina Diana per la regia di Giuseppe Semeraro con Silvia Lodi e Il figlio che sarò di e con Giuseppe Semeraro e Gianluigi Gherzi per la regia di Fabrizio Saccomanno. Il festival proporrà come ogni anno le Assemblee della parola, momenti di riflessione sul mondo della cultura e del teatro, e altri incontri e laboratori.
«Questa edizione nasce per tenere assieme, ricucire appunto, i legami e gli appuntamenti che questo tempo ha lasciato sospesi, in attesa dell’incontro», sottolineano i direttori artistici Tonio De Nitto e Raffaella Romano. «Come e più di sempre il festival vuole essere un’occasione unica per ritrovarsi intorno al rito teatrale, ricreare quella festa che riunisce, in un momento particolare dell’anno, artisti, operatori e pubblici, senza trascurare importanti occasioni di riflessione, momenti di gioco e formazione per i più piccoli, presentazioni di libri e riviste che possano nutrire gli sguardi e i pensieri», proseguono. «In questa fase in cui proviamo a ripartire di nuovo assieme, vogliamo rimettere al centro il palcoscenico e tutti i suoi lavoratori, convinti che sia l’unico modo per dare valore a ciò che ci siamo promessi nei lunghi mesi in cui non è stato possibile fare ciò cui siamo chiamati: celebrare l’arte dell’incontro. E la celebriamo con una festa del teatro che non perde la sua funzione sociale, che parla di diversità, di corpi non conformi, di memorie da non cancellare, di riti da celebrare, di passaggi fondamentali per le nostre fragili esistenze. Tutto questo con levità e profondità, tra realtà e sogno».
Il Festival I teatri della Cupa è ideato e organizzato da Factory Compagnia Transadriatica e Principio attivo teatro con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia “Custodiamo la Cultura in Puglia 2021 – Misure di sviluppo per lo spettacolo e le attività culturali”, Teatro Pubblico Pugliese, amministrazioni comunali di Campi Salentina, Novoli e Trepuzzi in collaborazione con BlaBlaBla e Il Coordinamento C.Re.S.Co per Lo stato dell’arte nei territori.