Da martedì 1 a venerdì 4 agosto (ore 20:30 – ingresso libero) nel Chiostro degli Agostiniani in via Michele De Pietro 10 a Lecce con Francesca Giannone, Leonardo Palmisano, Chiara Valerio e Alessandro Paolucci (il seguitissimo “Dio” sui social) prosegue la terza edizione di Agostiniani Libri, rassegna letteraria del Comune di Lecce, che rientra nel cartellone Lecceinscena, in collaborazione con Diffondiamo idee di valore, Conversazioni sul futuro e altre associazioni, librerie e realtà attive sul territorio.
Martedì 1 agosto (ore 20:30 – ingresso libero) appuntamento con “La portalettere” di Francesca Giannone (Edizioni Nord). Dopo i saluti e l’introduzione di Fabiana Cicirillo (assessora alla cultura del Comune di Lecce), l’autrice presenterà il suo fortunato romanzo d’esordio, uno dei libri più apprezzati e venduti dell’anno e fresco vincitore del Premio Bancarella, dialogando con la giornalista Valeria Blanco. Sin dalla sua uscita a gennaio, il romanzo – i cui diritti sono stati acquisiti da Lotus Production, una società di Leone Film Group – è stabilmente ai primi posti delle classifiche con ben 14 edizioni in 6 mesi. Il libro è ambientato nel Salento dell’estate 1934. A Lizzanello, un paesino di poche migliaia di anime, una corriera si ferma nella piazza principale. Ne scende una coppia: lui, Carlo, è un figlio del Sud, ed è felice di essere tornato a casa; lei, Anna, sua moglie, è bella come una statua greca, ma triste e preoccupata: quale vita la attende in quella terra sconosciuta? Persino a trent’anni da quel giorno, Anna rimarrà per tutti «la forestiera», quella venuta dal Nord, quella diversa, che non va in chiesa, che dice sempre quello che pensa. E Anna, fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che imprigionano le donne del Sud. Ci riuscirà anche grazie all’amore che la lega al marito, un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore di Carlo, Antonio, che si è innamorato di Anna nell’istante in cui l’ha vista. Poi, nel 1935, Anna fa qualcosa di davvero rivoluzionario: si presenta a un concorso delle Poste, lo vince e diventa la prima portalettere di Lizzanello. La notizia fa storcere il naso alle donne e suscita risatine di scherno negli uomini. «Non durerà», maligna qualcuno. E invece, per oltre vent’anni, Anna diventerà il filo invisibile che unisce gli abitanti del paese. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Senza volerlo – ma soprattutto senza che il paese lo voglia – la portalettere cambierà molte cose, a Lizzanello. Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della famiglia Greco e di Lizzanello, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe. Ed è la storia di due fratelli inseparabili, destinati ad amare la stessa donna. Francesca Giannone, pugliese, si è laureata in Scienze della Comunicazione e ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Trasferitasi a Bologna, ha curato la catalogazione dei trentamila volumi della Associazione Luigi Bernardi e ha frequentato il corso biennale di scrittura della Bottega di Narrazione «Finzioni». Ha pubblicato vari racconti su riviste letterarie, sia cartacee sia online. Tornata a vivere a Lizzanello, il suo paese di origine in Salento, ha continuato a scrivere e a coltivare l’altra sua grande passione, la pittura; come si può vedere nel suo sito francescagiannoneart.com, il suo soggetto d’elezione sono le donne.
Mercoledì 2 agosto (ore 20:30 – ingresso libero) Agostiniani Libri ospiterà Leonardo Palmisano con “Il tradimento è delitto. Un complicato affare per il bandito Mazzacani“, appena uscito per Fandango. Lo scrittore, sociologo ed editore dialogherà con la giornalista Valentina Murrieri. Angela Savino, agente immobiliare di Locorotondo che con il bandito Mazzacani sta trattando la compravendita di un castelletto nelle campagne, assolda il bandito e il suo secondo, Luigi Mascione, per scoprire la verità sulla morte del fratello Riccardo, bancario irreprensibile e dalla reputazione limpida. Il suo cadavere è stato recuperato tre anni prima a Savelletri, sulla costa di Fasano nel territorio del sacrista Oronzo Senese. Le indagini, frettolosamente chiuse dall’ex commissario Curiale, uomo della malavita nella polizia, dicono che Riccardo Savino si è suicidato, ma sua sorella Angela non è dello stesso avviso. Nel tentativo di venire a capo di un suicidio a dir poco sospetto in una zona ad alto tasso criminale, Carlo Mazzacani e Luigi Mascione cominciano a cercare negli ambienti della Sacra Corona Unita e in quelli della mala barese, per incappare in una fitta rete di rapporti tra mafie dalla quale per loro e per la procuratrice Buonamica, come loro sulle tracce di questo caso, non sarà così semplice districarsi. Nella nuova puntata della sua serie, muovendosi tra l’alta finanza, le cosche locali e la malavita internazionale, Leonardo Palmisano svela un enorme giro di denaro, di collusioni e di compromessi, entrare in contatto con i quali può costare la vita. Un libro indispensabile per chi crede nel principio follow the money. Leonardo Palmisano (Bari, 1974), imprenditore, editorialista del Corriere del Mezzogiorno, ricercatore, scrittore di gialli e inchieste. Presiede Radici Future Produzioni, è direttore artistico di LegalItria, cofondatore di Piazze Connection, membro della Presidenza di LegaCoop Puglia e del gruppo legalità di Lega- Coop nazionale. Colomba d’oro per la Pace 2019. Per Fandango Libri ha pubblicato con Yvan Sagnet Ghetto Italia. I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento (2015, premio Livatino contro le Mafie), Mafia Caporale (2017), Ascia nera. La brutale intelligenza della mafia nigeriana (2019), La città spezzata (2021) e con Dimitri Deliolanes Mediterranea (2022, premio Oscar del Libro di Trani). Fandango Libri è anche l’editore della serie di gialli sul bandito Mazzacani: Tutto torna. Il primo caso del bandito Mazzacani (2018), Nessuno uccide la morte. Mazzacani sulle tracce di Colucci (2019), Chi troppo vuole. Mazzacani trova la sua vendetta (2020).
Giovedì 3 agosto (ore 20:30 – ingresso libero) nel Chiostro degli Agostiniani torna Chiara Valerio. La scrittrice, dialogando con Giulia Maria Falzea, presenterà “La tecnologia è religione” (Einaudi). Che differenza c’è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinità e il dispositivo che ne attiva l’intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo. Norbert Wiener, matematico, sottolineava, già negli anni Cinquanta del Novecento, la pericolosa e facile identità tra religione e tecnologia. È dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network. Chiara Valerio (Scauri 1978) ha studiato e insegnato matematica per molti anni e ha un dottorato di ricerca in calcolo delle probabilità. Tra le sue pubblicazioni: A complicare le cose (Sistema editoriale 2003), La gioia piccola d’esser quasi salvi (nottetempo 2009), Spiaggia libera tutti (Laterza 2012). Per Einaudi ha pubblicato Almanacco del giorno prima (2014), Storia umana della matematica (2016 e 2022), Il cuore non si vede (2019 e 2023), La matematica è politica (2020), Nessuna scuola mi consola (2021), Cosí per sempre (2022) e La tecnologia è religione (2023). È responsabile della narrativa italiana della casa editrice Marsilio e lavora a Rai Radio3. Collabora con «la Repubblica», «L’Espresso» e «Vanity Fair».
Venerdì 4 agosto (ore 20:30 – ingresso libero) ultimo appuntamento della settimana con Alessandro Paolucci, l’ideatore dell’account @Dio, seguito da centinaia di migliaia di persone tra Twitter, Facebook e Instagram. L’autore presenterà “Storia stupefacente della filosofia. Oppio, Lsd e anfetamine da Platone a Friedrich Nietzsche” (Il Saggiatore). Che cosa sappiamo davvero dei grandi pensatori della storia? La cultura istituzionale, i ritratti fatti da artisti e biografie ufficiali, i professori a scuola e in università ce li hanno sempre presentati come pedanti uomini dalla lunga barba bianca, impegnati a sondare i meandri dell’Essere tra tomi polverosi e attività noiose. Ma se qualcuno ci dicesse che il mito della caverna di Platone è il prodotto di una visione dovuta a una bevanda allucinogena, che il Superuomo era drogato dai farmaci di cui abusava il suo Nietzsche e che alcuni dei testi più importanti di Sartre sono stati scritti ingoiando dieci pasticche di anfetamina al giorno? In fondo, la via per raggiungere la verità spesso fatta di deviazioni stravaganti.
Ad agosto la rassegna (sempre con inizio alle 20:30) ospiterà Valerio Pascali e Alvise Sbraccia (8 agosto) con “La fabbrica in carcere e il lavoro all’esterno. Uno studio di caso su Fare impresa a Dozza” (Bologna University press), Mauro Favale autore con Tommaso De Lorenzis (9 agosto) del libro “L’aspra stagione” (La Nave di Teseo), Michele Gaetano Malandrino (10 agosto) con “La legge del cassetto chiuso” (Santelli), Carlo Romano (11 agosto) con “Valentina. Diario di un finto suicidio” e “Ironia della morte” (Golem Edizioni). Dopo una piccola pausa, gli incontri riprenderanno a settembre. La rassegna si completa con lo spazio dedicato ad autori ed editori locali messo a disposizione all’interno del Complesso degli Agostiniani (gli incontri già fissati sul sito www.bibliotecaognibene.it).