Carmine Tundo è leader e anima, con la sorella Isabella, della band La Municipàl. Parallelamente porta avanti anche il duo Nu-Shu e il progetto solista Nocturnae larvae. Sabato 4 aprile il compositore, cantante, chitarrista e polistrumentista è stato tra gli ospiti della seconda puntata di #SeiACasa. Il Sei – Sud est indipendente, festival pugliese ideato, prodotto e promosso da Coolclub – con la direzione artistica di Cesare Liaci – non si ferma infatti per l’emergenza Coronavirus e propone un nuovo format da salotto sui social. Tra un brano e l’altro ha risposto ad alcune domande (guarda il video QUI).
Esattamente un anno fa è uscito “Bellissimi difetti”. Siete in attesa di riprendere il “Fuorimoda Tour”, ideato per promuovere Per resistere alle mode. Si tratta di un nuovo viaggio artistico – coprodotto da luovo e Artist First – caratterizzato dalla pubblicazione di 5 singoli in vinile 45 giri. Come nasce questo percorso? E Perché vuoi “resistere alle mode”?
È un percorso che considero un po’ il Lato B di Bellissimi difetti. Ho cercato di ricavare quanto più spazio possibile per la musica e per questo sono nati i 45 giri: per dare la giusta importanza alle canzoni. Questa uscita spezzettata mi permette di raccontare tutto in maniera più chiara. Prima magari i brani potevano venire nascosti dall’intero album. Quindi mettere la musica in primo piano è stato il mio obbiettivo con questo ultimo lavoro.
Questo “Fuorimoda Tour” porterà sul palco un nuovo mix di suoni e musicisti. Cosa ci dobbiamo aspettare al rientro?
Il live per me è sempre stato un laboratorio aperto, un modo per avere sempre nuovi stimoli e mi sono sempre circondato di artisti che stimo. È anche un modo per riuscire a portare in giro gli amici che non avrei possibilità di frequentare e poi così si aprano sempre tante strade. È una scelta che mi permette anche di divertirmi e fare quello che serve nello stesso momento. Ovviamente rimangono sempre i due musicisti che mi hanno accompagnato sin dall’inizio, Roberto Mangialardo e Alberto Manco. Quindi per me ed Isa diventa tutto come un laboratorio collettivo in cui confrontarsi.
Tu hai spesso raccontato della tua amata solitudine campestre, a volte disturbata dalla vita frenetica dei tour. Questa quarantena sembra restituirtela. Come stai trascorrendo questo periodo?
(ride ndr) Devo dire che non è cambiato molto perché nemmeno prima uscivo. Ho poi la fortuna di avere lo studio in casa e sono felice di vivere in campagna perché in questo momento posso finire lavori e cose lasciate in sospeso. Tra l’altro sto riaprendo vecchi progetti e sto mettendo in ordine la mia vita. Sto cercando di tirare il meglio da questo periodo.
“Quando crollerà il governo” è un brano fortemente emotivo, legato alla separazione musicale da tua sorella Isabella, attualmente medico in Sicilia, che comunque risulta presente nelle tracce dei nuovi brani. Come riuscite a sviluppare il vostro processo creativo a distanza?
Tutta la parte creativa parte comunque in studio da me. Ci siamo organizzati con un microfono che le ho spedito, così lei può mandarmi delle tracce a distanza e questo è un modo per tenerci vicini nonostante i chilometri. Ora in realtà abbiamo la possibilità di interagire più spesso rispetto a quando lei viveva nella provincia leccese.
Tutte le pubblicazioni di Per resistere alle mode saranno caratterizzate dalla pubblicazione dei singoli in vinile 45 giri, con un forte dualismo tra lato A e lato B – così come Quando Crollerà il governo/ Fuoriposto -. Una dicotomia evidente anche a livello musicale. Che cosa rappresenta questa scelta?
Nasce comunque dall’esigenza di far conoscere le due anime che sono presenti nella mia musica, un percorso lungo cominciato anni fa, e ora sto cercando di unirle nei dischi anche se è molto difficile. È una cosa molto terapeutica riuscire ad addentrarsi nelle diverse parti della “sceneggiatura” – come se fosse un film. Questo mi permette di inserire la parte più scura nel Lato B, quei brani un po’ fuori mercato. Inoltre ho modo di essere più libero e vicino alla musica che vorrei fare.
Nel 2017 sul palco del Sud Est Indipendente 2017, La Municipàl ha incontrato la Giovane Orchestra del Salento, un originale gruppo di circa 50 giovani musicisti salentini guidati da Claudio Prima ed Emanuele Coluccia. Come ricordi quella esperienza?
Sicuramente fu una delle esperienza più belle che ho fatto e ringrazio Coolclub per avermi dato questa opportunità. Sono riuscito a portare la scrittura privata di una canzone a così tante persone, ed è stato un dono vedere tanti musicisti suonare un unico brano. Ho avuto un’esperienza simile prima di allora solo sul palco di Sanremo. Poi con tanti di quei ragazzi ci siamo ritrovati anche dopo ed è stato un modo per conoscere tanti altri musicisti.