Daniele Rielli presenta Odio a Corigliano d’Otranto e Lecce

Martedì 11 e mercoledì 12 agosto lo scrittore, autore di reportage, sceneggiatore e autore teatrale Daniele Rielli sarà, grazie a Coolclub e Libreria Palmieri, a Corigliano d’Otranto e Lecce per presentare il suo nuovo romanzo  “Odio“, pubblicato da Mondadori. Autore del libro di culto “Lascia stare la gallina” (Bompiani, 2015), Rielli conferma la speciale abilità di unire commedia e tragedia, di creare personaggi profondi e iconoclasti e accompagnarli a un’analisi lucida delle forze che attraversano il nostro tempo, dal tema dell’odio sociale e della sorveglianza digitale fino al riemergere del Capro Espiatorio.

Martedì 11 agosto (ore 21 – ingresso libero fino a esaurimento posti) sulla Terrazza del Ristoro del Castello Volante di Corigliano d’Otranto, lo scrittore – che converserà con Dario Goffredo – sarà ospite del SEI festival, ideato, prodotto e promosso da Coolclub, con la direzione artistica di Cesare Liaci. A seguire (ore 22 – ingresso 18 euro – prevendite attive nel circuito DICE) nel Fossato del Castello spazio al concerto del cantautore Dente. Mercoledì 12 agosto (ore 19 – ingresso libero fino a esaurimento posti) nel giardino del Bar Astoria di Lecce l’autore dialogherà con Marcella Rizzo e Valentina Aquilino.

I giornalisti che oggi accusano Marco De Sanctis per una vecchia storia non sanno quanto avventurosa sia stata davvero la sua vita dal giorno in cui, anni prima, ha stretto amicizia con un eccentrico imprenditore del digitale, poi diventato il suo mentore. Non conoscono i dettagli della cavalcata che da lì in poi lo ha portato dalla provincia al cuore di una Roma di fine impero, fra palazzi opulenti e gabbiani che rovistano nella spazzatura; un viaggio drammatico, divertente e paradossale dietro le quinte del potere e dei media in cui Marco ha trovato e perso l’amore e si è dovuto ripensare da zero, accettando che la nostra è l’età della tecnologia, fino a fondare before, un’azienda di Big Data in grado di prevedere il comportamento di milioni di consumatori. I giornalisti non sanno nemmeno che al centro dei pensieri di Marco De Sanctis ora, più delle accuse e dei sospetti, ci sia il dispositivo che sta per lanciare sul mercato e la sua capacità di rivelare il cuore oscuro degli esseri umani. Non lo sanno perché non possono leggere Odio, la sua inaspettata e sconvolgente confessione. Il risultato è un romanzo-mondo incalzante, con il respiro che ha la grande letteratura quando riesce a raccontare un’epoca, visionario come una puntata di Black Mirror, capace di avvincere il lettore dalla prima pagina e di condurlo verso il finale come dentro un vortice inesorabile. Odio è un’opera dove è facile riconoscere il crepuscolo dell’Occidente in cui viviamo ogni giorno; le conseguenze che ci attendono appena oltre l’orizzonte sono però quelle che non osiamo immaginare – anche se si nascondono dentro ognuno di noi dalla notte dei tempi.

«Odio è la biografia immaginaria, ma verosimile, di un giovane uomo con una storia da errore giudiziario alle spalle che si costruisce un posto di spicco – dopo aver iniziato la sua età adulta in tutt’altra maniera – in uno dei pochissimi settori che offrono grandi opportunità alle persone della sua generazione: il commercio di dati personali», racconta Rielli in un’intervista sul sito Mondadori. «Il libro ha molti strati, quindi il percorso professionale è solo una parte di una vicenda umana molto più complessa e articolata, ma la vera natura del suo lavoro, le sue potenzialità, sono all’inizio oscure anche allo stesso protagonista e questo dà la possibilità ai lettori di scoprirle assieme a lui. Non credo ci sia una consapevolezza diffusa su questi temi, forse dal punto di vista dei dati oggi viviamo in un periodo per certi aspetti simile a quello in cui non esisteva alcuna norma antinquinamento perché nessuno si poneva neppure il problema», prosegue. «In questo caso però non è detto sia possibile tornare indietro o anche solo creare delle norme efficaci: i dispositivi e le piattaforme che sorvegliano ogni istante della nostra vita sono ormai troppo pervasivi, ci servono a organizzare la vita, a lavorare, a essere raggiungibili, a stare con gli altri e ci danno in cambio importanti ricompense neurologiche in grado di generare dipendenza. Rinunciarvi del tutto in questo momento storico significherebbe condannarsi all’eremitismo, anche potendoselo permettere non è detto che sia una scelta auspicabile, in ogni caso è un prezzo enorme da pagare, il che non fa altro che evidenziare il potere smisurato dell’industria digitale».

Daniele Rielli è nato nel 1982, vive a Roma. Scrittore, autore di reportage, sceneggiatore e autore teatrale. Ha pubblicato “Quitaly” (Indiana, 2014), “Lascia stare la gallina” (Bompiani, 2015), “Storie dal mondo nuovo” (Adelphi, 2016).