Peter Sellars è l’autore del Messaggio della sessantesima Giornata Mondiale del Teatro, ideata e promossa dall’International Theatre Institute – UNESCO. Dal 1962, ogni 27 marzo, nei teatri e nei centri culturali di tutto il mondo, risuona infatti un unico messaggio, affidato a una personalità della cultura mondiale per testimoniare le riflessioni vive sul tema del teatro e della cultura della pace. Quest’anno è stato scelto il regista teatrale e di opera lirica statunitense che ha acquisito fama internazionale per le sue interpretazioni rivoluzionarie e trasformative dei classici, per la sua difesa della musica contemporanea e per i suoi progetti di collaborazione con una serie straordinaria di artisti. Per celebrare la Giornata, anche in Italia, si alterneranno tante iniziative. Lunedì 28 marzo (ore 17) ad Astràgali Teatro a Lecce, sede del Centro italianodell’International Theatre Institute – UNESCO, presieduto da Fabio Tolledi, e in diretta su Facebook e Youtube (@astragaliteatro) appuntamento con “Katër i Radës – Memorie migranti”, progetto ideato da Ermelinda Bircaj, in memoria della tragedia del 28 marzo 1997 nel Canale d’Otranto. Saranno coinvolti Krenar Xhavara (testimone, collegato online), il direttore artistico e regista di Astràgali teatro Fabio Tolledi, le attrici Roberta Quarta e Simonetta Rotundo, gli attori Simone Franco e Simone Giorgino, i musicisti Mauro Tre, Redi Hasa, Fatmir Pireci, Xhesika Polo, le cantanti Kozeta Shabani e Xhesika Polo, le scrittrici Lola Mecaj, Zamira Agalliu, Lela Qajvani, Elma Rama (direttrice della biblioteca pubblica di Valona “Shevqet Musaraj”), l’attrice Rudina Papajani, le giornaliste Enrik Mehmetaj, Anila Ahmataj, Blendi Shehuaj (presidente dell’associazione A.M.I di Torino), l’antropologo Albert Habazaj (direttore del gruppo polifonico femminile albanese “10 Shqipojat e Tërbaçit”), l’artista Fatmir Murra, Anisa Ceno (direttrice e organizzatrice dell’albergo “Kraal Hotel”) e Antonio Ligorio (Idea radio). Partner istituzionali Biblioteka Nermin Vlora Falaschi, Università Vlora Ismail Qemali e Ansambli 10 Shqiperiat e Fërbaçit.
Katër i Radës – Memorie migranti
La motovedetta albanese Katër i Radës diretta in Italia con a bordo circa 120 persone di origine albanese, prevalentemente donne e bambini, venne speronata e affondata da una corvetta della Marina Militare Italiana, nel tentativo di contrastarne l’approdo sulla costa italiana. Nella tragedia persero la vita 81 persone, i dispersi furono circa 27, mentre i superstiti solo 34. Si trattava prevalentemente di donne e bambini provenienti dall’Albania e diretti in Italia alla ricerca di una vita migliore o per ricongiungersi con le proprie famiglie. «Ho visto le lapidi del naufragio del 28 Marzo completamente abbandonate, sbiadite dal tempo. Ho continuato a pensare a quella tragedia e mi sono chiesta più volte perché non accade nulla in nessuno dei due paesi coinvolti in questo dolore», racconta Ermelinda Bircaj. «La società ha bisogno di allenare l’anima e la mente. Quando sono stata lì, davanti alle tombe, il primo pensiero è stato per i dispersi mai ritrovati. La memoria è un atto importante da donare a chi può ricordare le urla delle anime in fondo al mar». È dunque, importante nutrire la memoria e dare spazio ai colori della vita. Creare un’unione simbolica tra i due stati in memoria dei dispersi e dei morti di quella tragedia è un atto d’amore. Il progetto nasce da quest’idea. Memorie migranti si muove dalla musica alla poesia, dal lamento funebre alla rinascita per un simbolico abbraccio delle due sponde dell’Adriatico. Una simbolica traversata che collega i due luoghi, Valona e Otranto, coinvolti nel tragico tragitto della Katër i Radës; un giorno di testimonianza e memoria da ripetere ogni anno il 28 Marzo. A Otranto è presente inoltre la nave ripescata in fondo al mare e trasformata in monumento da Costas Varotsos. «Volevo farla rinavigare, volevo farla ripartire. È come se si trovasse in mezzo a una tempesta e tutto il mare gli fosse scoppiato addosso. Ho cercato di farla riemergere in superficie, quello che si era inabissato doveva tornare a cavalcare le onde, con un nuovo messaggio di equilibrio tra presente e passato», spiegò l’architetto greco.
ITI – UNESCO