Il danzatore, attore, coreografo e insegnante sudafricano Gregory Vuyani Maqoma è l’autore del Messaggio della Giornata internazionale della danza 2020. Istituita nel 1982 dall’International Theatre Institute dell’UNESCO, si festeggia ogni 29 aprile, data di nascita di Jean-Georges Noverre (1727-1810), creatore del balletto moderno.
Ogni anno viene diffuso un Messaggio al mondo della Danza, scritto da una personalità di fama internazionale. Negli ultimi anni il messaggio è stato affidato, tra gli altri, a Karima Mansour, Willy Tsao, Ohad Naharin, Marianela Boan, Julio Bocca. Quest’anno la Giornata sarà, inoltre, dedicata ad Alicia Alonso, prima ballerina assoluta, un’artista che ha portato la danza alla suprema espressione dell’arte, morta a 99 anni il 19 ottobre scorso a L’Avana. Come per la Giornata Mondiale del Teatro del 27 marzo, purtroppo la grave emergenza sanitaria internazionale provocata dal Coronavirus non consentirà le consuete celebrazioni, in parte realizzate sul web, disseminate nei teatri e nei luoghi di culturali in tutto il Mondo.
IL MESSAGGIO
«Durante un’intervista che ho fatto di recente ho dovuto pensare in maniera approfondita a che cosa sia la danza: che cosa significa per me? Nella risposta ho dovuto pensare al mio viaggio e mi sono reso conto che tutto è legato ad uno scopo e che ogni giorno presenta una nuova sfida da affrontare: è attraverso la danza che cerco di dare un senso al mondo», sottolinea nel messaggio Gregory Vuyani Maqoma, tradotto da Roberta Quarta per il Centro Italiano dell’Iti, presieduto da Fabio Tolledi, direttore artistico di Astràgali Teatro.
«Stiamo attraversando tragedie inimmaginabili, in un tempo che si potrebbe meglio definire come era postumana. Ora più che mai dobbiamo danzare con uno scopo, per ricordare al mondo che l’umanità esiste ancora. Volontà ed empatia devono prevalere su anni e anni di un panorama virtuale innegabile di dissoluzione, che ha generato una catarsi del dolore universale, per superare la tristezza, la dura realtà che continua a pervadere la vita di fronte alla morte, al rifiuto, alla povertà», prosegue il coreografo.
«La nostra danza deve ora più che mai dare un segnale forte, ai leader del mondo e a coloro che hanno il compito di salvaguardare e migliorare le condizioni umane, il segnale che siamo un esercito di pensatori furiosi, e che il nostro scopo è cambiare il mondo un passo alla volta. La danza è libertà, e attraverso la nostra libertà trovata, dobbiamo liberare gli altri dalle trappole che si affrontano in ogni angolo del mondo.La danza non è politica, ma diventa politica perché porta nelle sue fibre la connessione umana e per questo risponde alle circostanze, nel suo tentativo di restituire dignità umana», continua.
«Mentre danziamo con i nostri corpi, saltando nello spazio, mischiandoci, diventiamo una forza in movimento che intreccia i cuori, tocca le anime e guarisce, una forza che è disperatamente necessaria. E la determinazione diventa un’idra (mostro leggendario della mitologia greca e romana) con un’unica testa, invincibile e indivisibile. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora è danzare ancora di più».
L’AUTORE
Classe 1973, Gregory Vuyani Maqoma iniziò a interessarsi alla danza alla fine degli anni ’80, come mezzo per sfuggire alle crescenti tensioni politiche nel suo paese di nascita. Iniziò la sua formazione nella danza nel 1990 presso il Moving Into Dance, e nel 2002 ne divenne il Direttore Artistico associato. Maqoma si è affermato come danzatore, coreografo, docente e regista di fama internazionale. Ha fondato il Vuyani Dance Theatre (VDT) nel 1999, mentre svolgeva una borsa di studio al Performing Arts Research and Training School (PARTS) in Belgio sotto la direzione di Anne Teresa De Keersmaeker. Importanti sono anche le sue collaborazioni con artisti della sua generazione come Akram Khan, Vincent Mantsoe, Faustin Linyekula, Dada Masilo, Shanell Winlock, Sidi Larbi Cherkaoui, Nhlanhla Mahlangu e il registra teatrale James Ngcobo. Numerose opere nel suo repertorio gli hanno conferito riconoscimenti e consensi internazionali. Questi includono, il premio FNB Vita Choreographer of the Year nel 1999, 2001 e 2002, rispettivamente per gli spettacoli Rhythm 1.2.3, Rhythm Blues e Southern Comfort. Ha ricevuto lo Standard Bank Young Artist Award for Dance nel 2002. Maqoma è stato finalista del Daimler Chrysler Choreography Award nel 2002 and del Rolex Mentorship Programme nel 2003. Nel 2012 ha ricevuto il premio Tunkie Award for Leadership in Dance. Nel 2014 ha ricevuto un “Bessie”, New York City’s premier dance award per ‘Exit/Exist’ per le musiche originali. È stato giudice nel 2016-2017 per il Rolex Arts Initiative e curatore nel 2017 del Main Dance Program per The National Arts Festival. Le sue opere attuali ‘Via Kanana’ e ‘Cion: Requiem of Ravel’s Bolero’ sono in tournée in Africa e in Europa. Nel 2017 Maqoma ha ricevuto dal Governo francese l’onoreficenza di ‘Cavaliere delle Arti e della Letteratura’. Nel 2018 è stato insignito dal South African Department of Arts & Culture del premio Usiba Award per la sua dedizione all’insegnamento della danza. Nel 2018 Maqoma è uno degli artisti selezionati presso il Virginia Commonwealth University Dance Department ed anche come visiting teacher presso l’Ecole De Sables – Toubab Dialaw – Senegal. Maqoma fa parte del comitato di selezione della Biennale della Danza Afrique Festival che si svolgerà a Marrakech nel 2020. Nel 2018 Maqoma ha collaborato con William Kentridge, come coreografo e performer, nell’opera di Kentridge ‘The Head And The Load’, che ha debuttato alla Tate Modern Gallery di Londra ed è stata in tournée in Germania, Austria, Olanda e New York. Nel 2019 Maqoma ha collaborato con Idris Elba e Kwame Kwei-Armah nella produzione “Tree”, prodotta dal Manchester International Festival e da Young Vic.
Fondata nel 1948 a Praga, da esperti di teatro e danza dell’UNESCO, l’International Theatre Institute, unica organizzazione non governativa, operante in ambito culturale, in relazioni formali con l’UNESCO, è presente con Centri Nazionali in circa 100 Paesi, ed ha come obiettivo lo sviluppo di pratiche di cooperazione tra artisti e istituzioni teatrali a livello internazionale, per consolidare collaborazioni tra operatori culturali di tutto il mondo e favorire il dialogo interculturale. Mission primarie dell’ITI sono la promozione della pace attraverso l’arte, il sostegno dell’innovazione nelle arti performative, la valorizzazione delle diversità culturali, il rispetto dei diritti umani nel campo delle arti dello spettacolo. Tra le più note iniziative promosse a livello mondiale dall’International Theatre Institute figurano la Giornata Mondiale del Teatro (27 marzo), l’International Dance Day (29 aprile), il Theatre of Nations, dove si sono esibiti per la prima volta in Occidente, dopo la seconda Guerra mondiale, l’Opera di Pechino, il Berliner Ensemble, il Teatro Kabuki, il Teatro d’Arte di Mosca.
Info
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