Dopo il grande successo del tour invernale che ha attraversato l’Italia arrivando fino in Svizzera e Spagna, i Giardini di Mirò, nome di punta della musica indipendente italiana, tornano a esibirsi live con una tappa al SEI Festival, da 14 anni punto di riferimento per la scena indie in tutto il Sud Italia. Giovedì 30 luglio 2020 i Giardini di Mirò si esibiranno sul palco del Castello Volante di Corigliano d’Otranto (Le) col loro mix di psichedelia, post rock, elettronica, shoegaze, noise che caratterizza uno dei loro lavori più apprezzati dai fan: la sonorizzazione del film muto Il Fuoco.
Siamo all’incirca alla metà degli anni ’90 quando Enrico Brizzi pubblica il suo primo romanzo cult, Jack Frusciante è Uscito Dal Gruppo, “una maestosa storia d’amore e di rock parrocchiale” ambientata a Bologna. Nello stesso periodo e a pochi chilometri da lì, a Cavriago nella rossa provincia reggiana, due amici di nome Corrado Nuccini e Giuseppe Camuncoli si ritrovano in un garage a sognare di emulare gruppi come Sonic Youth o Massimo Volume. Una contaminazione stilistica tra modelli anglosassoni e prerogative mediterranee che daranno vita ad una nuova definizione di post-rock, forse proprio quella che darà avvio alla scena indie italiana così come oggi la conosciamo.
L’iscrizione a Lettere e Filosofia presso l’Università di Bologna consente loro di aprirsi a ulteriori visioni e di avere numerose ore di treno per riflettere. Giuseppe Camuncoli decide di ripercorrere le orme di un altro suo celebre conterraneo – Andrea Pazienza – intraprendendo la strada del fumetto e trovando il successo con lo pseudonimo di Cammo. Corrado Nuccini, invece, unisce la sua chitarra e la sua voce alla tastiera di Luca Di Mira (1995); la voce, la chitarra, il basso ed altri effetti elettronici di Jukka Reverberi (1996); il basso, il clarinetto e il sax di Mirko Venturelli (1997). Insieme alle percussioni di Lorenzo Lanzi, nascono così i Giardini di Mirò, nome la cui vera origine non è mai stata rivelata nel corso del tempo.
Il loro primo demo del 1998 intitolato GDM? li porta subito alla ribalta della scena indie italiana e non solo, visto che verrà ristampato dall’etichetta tedesca Friction Friction. Un anno dopo, invece, è la californiana Zum a distribuire negli USA l’EP Iceberg e i Giardini di Mirò cominciano così un lungo e intenso periodo dedicato esclusivamente alle esibizioni live.
Quando nel 2000 entra ufficialmente in formazione il violinista e trombettista Emanuele Reverberi comincia l’avventura del primo album in studio – Rise And Fall Of Academic Drifting (Homesleep,
2001) – che si distanzierà dai primi due lavori proprio per gli arrangiamenti più sinfonici e meno elettrici, tanto da ispirare nel 2002 una rilettura elettronica dello stesso dal titolo The Academic Rise Of Falling Drifters.
Nel 2003 il singolo Revolution On Your Pins! Anticipa l’uscita del secondo album Punk… Not Diet! (Homesleep/2nd rec), ulteriore conferma dell’apprezzamento che nutrono verso il gruppo sia il mercato musicale italiano sia quello estero. I Giardini di Mirò rappresentano una delle band più influenti della scena underground nazionale e internazionale e la scelta di prendersi una pausa andrebbe forse letta proprio in questa direzione: la volontà di ampliare ulteriormente i propri orizzonti attraverso collaborazioni, nuovi progetti personali e collettivi o addirittura nelle vesti di produttori. Il tutto senza mai sciogliersi ma, anzi, ristampando e rimasterizzando i brani d’esordio e deliziando le platee con lunghe tournée del vivo. La vita del tour, però, non è semplice e di fronte alle meravigliose responsabilità della paternità, Lorenzo Lanzi decide di cedere le bacchette della sua batteria a Francesco Donadello: sarà il primo di una lunga serie di turnover, che dal 2004 a oggi porteranno nei Giardini Di Mirò anche Andrea Mancin e Lorenzo Cattalani, quest’ultimo attualmente alle percussioni.
Con questa formazione escono nel 2006 la colonna sonora di Sangue – La Morte Non Esiste (film di Libero De Rienzo) e l’EP North Atlantic Treaty Of Love, sorta di apripista per il terzo lavoro in studio del 2007, intitolato Dividing Opinions (Homesleep/2nd rec) e promosso durante una tournée promozionale che li vedrà calcare i palcoscenici di tanti festival nazionali.
Molto stimolati dall’esperienza cinematografica, però, i Giardini di Mirò decidono di farsi tentare dall’avventura di sonorizzare un film muto: Il Fuoco, di Piero Fosco in arte Pastrone, supervisionato da Gabriele D’Annunzio. Uscito nel 1916, nonostante i tagli imposti dalla censura ha consacrato il successo dei divi Pina Menichelli e Febo Mari. La soundtrack è fedele ai tre capitoli in cui è suddivisa la pellicola (“La favilla”, “La vampa” e “La cenere”), tre grandi aree sonore di quella che si configura come un’autentica sinfonia post-rock.
Nel 2009 Il Fuoco diventerà un album edito da Unhip Records e City Centre Offices e porterà la band nuovamente in tour lungo le strade d’Italia e d’Europa, in particolare Svizzera, Belgio e Germania. Ad esso seguiranno Good Luck (Santeria/Audioglobe/City Centre Offices, 2012) e Rapsodia Satanica(Santeria/Audioglobe, 2014), altra colonna sonora ispirata all’omonimo film del Nino Oxilia del 1917. Nel mezzo, oltre ai rispettivi tour, la partecipazione a Heart Quake – compilation realizzata per raccogliere fondi dopo il terremoto emiliano del 2012 – e l’EP Unluck.
Passeranno altri quattro anni prima di poter riascoltare un nuovo album dei Giardini di Mirò: Different Times (42 Records, 2018) celebra i 20 anni dalla formazione del gruppo ed esce in contemporanea con un libro omonimo edito da Crac Edizioni, scritto da Marco Braggion con la prefazione di Carlo Pastore, che racconta tutta la storia della band dagli esordi fino ad oggi.
Un inno al post-rock infarcito di ospiti in cui la band restituisce in pieno l’energia e la voglia di suonare ancora insieme, tra amici, come quando tutto ebbe inizio due decadi prima.