La sfrontatezza di Renato Zero. Lo spleen di Lou Reed. Il graffio di Ivan Graziani. L’ispirazione di David Bowie. Il glam androgino di Achille Lauro. L’energia dei Genesis. Sono solo alcuni degli ingredienti che compongono quel mix di unicità e freschezza che prende il nome di Lucio Corsi. Una violenta secchiata di colore e poesia in faccia al grigiore della musica italiana.
Nato e cresciuto in Maremma nel 1993, come tutti i post adolescenti accusa il rigetto verso la tranquilla e isolata terra d’origine e si trasferisce a Milano per tentare la carriera artistica. Qui fonda un duo per cominciare a esibirsi per strada e nei locali cantando e suonando le canzoni che aveva scritto sin dall’età di 18 anni.
Nel 2014 pubblica il suo primo EP dal titolo Vetulonia Dakar, mettendosi in evidenza al MIAMI Festival e durante Festambiente, dove apre il concerto degli Stadio. Qui viene notato da Francesco Dragogna dei Ministri, che nel 2015 gli produce un secondo EP: Altalena Boy. Entrambi i lavori discografici convergono nel suo album d’esordio Altalena Boy/Vetulonia Dakar (Picicca Dischi/Sony Music) che raccoglie un buon successo di critica e di pubblico.
La vita mondana della metropoli dà tante opportunità ma poche illuminazioni per l’estro di Lucio Corsi, che comincia a rivalutare la calma, il silenzio e i paesaggi delle proprie radici toscane: “preferisco vivere dove non c’è un evento ogni sera ma un bel paesaggio tutto il giorno”.
Trascorre molto più tempo nel podere dei suoi riapprezzando sapori e colori che ha avuto per così tanto tempo davanti agli occhi durante l’infanzia da darli per scontati. Passano così due anni e un singolo con Margherita Vicario (Il Cuore Va Nell’Organico) prima dell’uscita del suo secondo disco, incredibilmente scritto e arrangiato in sette giorni e sette notti tra il verde della Maremma.
Bestiario Musicale (Picicca Dischi) rappresenta fedelmente questo percorso: “è un mondo incantato in cui perdersi per ritrovare un po’ di umanità”, scrive Repubblica XL. Qui Lucio Corsi canta le forme, i suoni e le abitudini di otto animali tipici della propria terra. Una terra “con intorno nessun palo della luce ma alberi dell’ombra, con sopra al tetto più civette che aeroplani” che amplifica il potere della natura con cui l’uomo è sempre meno in contatto. E che Lucio Corsi ha voluto restituire raccontando musicalmente, anche in maniera ironica e favolistica, le storie di questi animali.
Una scelta stilistica che colpisce molto Dario Brunori e Francesco Bianconi, che lo vogliono in apertura dei tour teatrali di Brunori Sas e Baustelle prima ancora che si classificasse tra i vincitori di Musicultura 2017 ed entrasse nella scuderia di Caterina Caselli. È il 2019, infatti, quando Lucio Corsi firma per la Sugar Music e pubblica il nuovo singolo Cosa Faremo Da Grandi, title track del suo terzo disco prodotto da Francesco Bianconi e Antonio Cupertino.
Il secondo e il terzo singolo estratti (Freccia Bianca e Trieste) sono anch’essi protagonisti dei videoclip griffati Tommaso Ottomano e saranno tra i motivi principali dell’esibizione live che Lucio Corsi regalerà ai fan del SEI Festival il 21 agosto 2020, sul palco del Castello Volante di Corigliano d’Otranto (Le). Un’esibizione molto attesa per un artista poetico, dinamico e colorato, con una scrittura cantautoriale di livello e destinato sicuramente a diventare una delle firme più importanti del nostro panorama musicale.
Cristiana Francioso