Tra gli ospiti della sesta puntata del format #Seiacasa (guarda il video QUI), Mox è un giovane cantautore romano. Dopo l’album d’esordio ”Figurati l’amore”, nelle ultime settimane ha pubblicato alcuni nuovi singoli, collaborando anche con Fulminacci e Dimartino. Il Sei – Sud est indipendente, festival pugliese ideato, prodotto e promosso da Coolclub – con la direzione artistica di Cesare Liaci – non si è fermato per l’emergenza Coronavirus e propone un nuovo format da salotto sui social.
“Fino a quando il cielo esiste” (Maciste Dischi – Polydor), il tuo nuovo singolo con lo speciale feat. di Fulminacci. Un brano apocalittico e, senza ombra di dubbio, profetico. Tu hai dichiarato di averlo scritto perché “Sappiamo dove sbagliamo, ma non vogliamo correggerci, non vogliamo impegnarci davvero per cambiare le cose, rimandiamo, rimandiamo sempre” ed una simile affermazione in una situazione come questa pandemia è un colpo alla coscienza collettiva. Credi che dopo questo momento difficile avremo più voglia di “correggerci” ed “impegnarci”? È forse arrivato il momento di non “rimandare” più?
Il momento era arrivato già un bel po’ di tempo fa, quindi assolutamente sì! Siamo anche abbastanza in ritardo ed io, che sono il re dei procrastinatori, mi ci butto in mezzo con tutte le scarpe in questo problema. Mi prendo la mia parte di colpe, ma assolutamente penso che questo periodo abbia fatto un po’ ragionare tutti quanti su quello che non va nella quotidianità che c’era prima, quindi mi auguro vivamente che ci sia questa voglia di migliorare le cose.
Ti abbiamo conosciuto quando suonavi e cantavi con il progetto Jonny Blitz, ma ci siamo affezionati a te con il tuo percorso da solista, Mox, lanciato con “Figurati l’amore”, un lavoro discografico pubblicato nel 2018 e che dà voce a quel cantautorato italiano che ti racconta la vita attraverso la musica. Dopo due anni dalla sua pubblicazione, quanto di te è rimasto fedele a quella visione dell’amore e quanto di te si è evoluto in altro?
Si è chiaramente è una visione evoluta, fortunatamente, anche perché in quel album facevo a pezzi l’amore… lo attaccavo e lo distruggevo. Chiaramente erano tutte canzoni legate ad un periodo ben preciso della mia vita che ormai è oggettivamente alle spalle. Non che la mia visione dell’amore sia tanto migliorata, nel senso che sono felicemente single – ride- ma sicuramente abbiamo fatto pace io e l’amore.
È un periodo difficile per tutta l’economia, ma sicuramente voi artisti fate parte di quella categoria che ripartirà più lentamente. Qual è il tuo pensiero a riguardo? Credi che cambierà in modo radicato la fruizione della musica pur di farla sopravvivere?
Non lo so, è un argomento molto delicato su cui chiaramente ho la mia opinione che ancora non è nemmeno troppo chiara. Come tutti sto a guardare i provvedimenti che si attuano. Ho anche sentito la proposta di concerti drive in e secondo me non è la soluzione migliore. Non so se è il caso di aspettare e stringere i denti finché non si potrà tornare alla musica live come l’abbiamo lasciata e come la vorremmo ritrovare, ma nel frattempo confido nella creatività dei musicisti che senza dubbio, in un modo o nell’altro, faranno passare bene questo periodo.
Cristiana A. Francioso