Ricerche jazz manouche nel disco d’esordio di Les Contes d’Alfonsina

Alfonsina

Esotismo sonoro mediterraneo, seducente stravaganza gitana, autentica tradizione jazz e poesia cantautorale francese. Questi gli ingredienti fondamentali dei Les Contes d’Alfonsina, quartetto che raccoglie l’eredità musicale di tutti i componenti per restituire sul palco un’identità ibrida, leggera e al tempo stesso veloce. Un esperimento di world music originale e moderno concretizzatosi nell’esordio discografico Chapitre I che verrà presentato live al Castello Volante di Corigliano d’Otranto il 19 luglio, seconda data ufficiale del SEI Festival 2020.

Così come l’irrequieto vento del nord è il segnale che spinge la protagonista del film Chocolat a esplorare nuovi mondi a partire dal proprio paesello, non è difficile immaginare che qualcosa del genere abbia portato Sofia Romano da Salve (Le), 4500 anime nel tacco d’Italia, a percorrere le strade del centro e nord Europa sulle tracce di Edith Piaf. E proprio come in Chocolat, da un certo punto in poi il suo compagno di viaggio sarà un chitarrista manouche alla Django Reinhardt, Marco Papadia, col quale condividerà il proprio percorso di vita e musicale fino a dar vita alle vibrazioni sonore dei Les Contes d’Alfonsina.

Trascorrere l’infanzia circondata dalle note di James Brown e Ray Charles, Otis Redding e Marvin Gaye, Bruce Springsteen e Bob Dylan, Sergio Caputo e Fabrizio De Andrè, può produrre due esiti opposti. Da un lato il rifiuto, il rigetto completo della proposta musicale familiare in nome del contrasto generazionale. Dall’altro l’educazione di un orecchio particolarmente attento, sensibile e raffinato, pronto a far sfogare i concetti appresi in sonorità nuove e rielaborate per costruire una propria identità. Così, quando Sofia Romanochiese al padre Giovanni di poter cantare nella sua band soul-r&b, la reticenza più che legittima lasciò spazio alla pura accoglienza genitoriale, senza riserve. Una fiducia rivelatasi ottimamente riposta: “Mai avrei immaginato che riuscisse a far maturare la sua voce nel modo in cui lo ha fattoha confessato Giovanni Romano a Valeria CoiNe avevo sottovalutato l’umiltà, la dedizione e la determinazione”.

La gentilezza artistica di Sofia Romano si declina dapprima nella scrittura di poesie e testi di canzoni, anche in inglese, poi persino come attrice. Fino all’incontro con Marco Papadia, chitarrista, compositore e arrangiatore jazz. Nel 2016 Sofia Romano diventa la voce del suo quintetto Sidewalk Cat con cui si toglierà parecchie soddisfazioni, vincendo il Tuscia in Jazz European Award (2016) e per due anni di fila il il New Italian Jazz Generation (2017 e 2018). L’uscita dell’album Sidewalk Cat – Unfit per la Emme Record Label (Roma) è la naturale conseguenza di questo successo e li porterà sui palcoscenici dei più importanti jazz festival italiani.

Il feeling tra Marco e Sofia è molto profondo e dà vita ad un ulteriore progetto musicale: Alfonsina Swing, ispirato al patrimonio dei grandi classici del jazz collocati però nel contesto dell’arte di strada del barocco leccese. Qui l’amore per la ritmica incalzante del Gispy Jazz è già un elemento fondamentale, pronto a confluire in un’ulteriore esperienza dalle sfumature ancora più ricercate.

Tra il 2018 e il 2019 Sofia si trasferisce a Parigi: di giorno è tra i banchi della Sorbona, di sera tra i tavoli degli innumerevoli jazz club. Marco invece è a Bruxelles per proseguire il percorso didattico presso il Conservatoire Royale. L’esperienza francofona arricchisce ulteriormente il background del duo col bagaglio della tradizione manouche e del cantautorato transalpino. Qui conoscono il violinista Frédéric Gairard e il clarinettista Hugo Proy, entrambi con una formazione conservatoriale ma con un’attitudine musicale picaresca molto spiccata. La loro capacità di muoversi tra la musica da camera e le atmosfere berbere e tzigane conquista letteralmente Sofia e Marco, portandoli a coinvolgerli nell’evoluzione naturale di Alfonsina Swing: Les Contes d’Alfonsina. Una voce mediterranea, un violino tzigano e un clarinetto jazz in equilibrio su una chitarra manouche. Una miscela esplosiva che diventa subito protagonista delle notti parigine prima e dell’intera scena world music europea poi.

Un viaggio esotico tra le radici popolari della musica francese e quelle del jazz gitano capace di mescolare la delicata malinconia cantautorale con l’avvincente energia gipsy: Les Contes d’Alfonsina presenteranno il loro primo album intitolato Chapitre I e uscito per Dodicilune domenica 19 luglio sul palco del SEI Festival 2020, al Castello Volante di Corigliano d’Otranto (Le).