Vinicio Capossela torna a esibirsi live nel Salento ospite del Sud Est Indipendente Festival. Domenica 9 agosto sul Molo di Castro (Le) Capossela proporrà Pandemonium. Narrazioni, piano, voce e strumenti pandemoniali, dal nome della rubrica quotidiana tenuta durante la quarantena.
Un concerto narrativo con canzoni messe a nudo e scelte liberamente in un repertorio che questo anno compie trent’anni dalla data di pubblicazione del primo disco All’una e trentacinque circa (1990). Evento da non perdere per tutti coloro che amano e hanno amato questo artista decisamente sopra le righe, così come un’occasione per chi ancora non lo conoscesse di apprezzare una sintesi del suo percorso poetico musicale sviluppato nell’arco di tre decadi.
Sintetizzare la vita, la carriera e le opere di Vinicio Capossela è difficile. Anzi, forse più realisticamente, impossibile. Quasi quasi non ci riesce neppure lo staff del suo sito, omettendo per forza di cose passaggi, situazioni e riconoscimenti vari nella pur dettagliatissima pagina biografica.
Diciotto dischi tra album in studio, live, raccolte ed EP dal 1990. Decine di premi e riconoscimenti ricevuti da quel primo Premio Tenco del 1991. Quattro libri scritti da lui, sette scritti su di lui, senza contare le innumerevoli tesi di laurea che ha ispirato. Attore e regista in qualche chicca cinematografica, autore e narratore radiofonico dei suoi stessi racconti, addirittura oggetto di un album tributo a lui dedicato da 18 artisti della scena indie italiana.
Freddi numeri che incastonano solo parzialmente la grandezza assoluta di colui che da più parti è definito il più grande artista italiano della sua generazione.
Nato ad Hannover – in Germania – nel 1965 da emigranti irpini, riceve il suo nome in onore del fisarmonicista Vinicio, di cui il padre possiede molti vinili su etichetta Durium. Il folk e la tradizione musicale meridionale e popolare sono così nel dna di Capossela che però, da adolescente a Scandiano (RE), si impregna di hard rock prima di imbattersi in Tom Waits e Paolo Conte. Frequenta per poco il conservatorio prima di incontrare la sua natura gitana e avventuriera, impiegandosi in tutti i tipi di mestieri – non solo musicali – tra le colline emiliane, la riviera romagnola e persino New York. È da qui che attinge ai vari mondi che affrescherà abilmente nell’album d’esordio capolavoro All’Una E Trentacinque Circa (CGD East West), pubblicato nel ’90 grazie alla spinta decisiva del produttore Renzo Fantini e del suo scopritore, Francesco Guccini. Fu lui, infatti, a scovarlo nei fumosi locali tra Reggio, Parma e Modena e a spingerlo verso il Club Tenco. E la prima delle cinque Targhe Tenco conseguite in carriera la vincerà nel 1991 proprio grazie a quell’album come miglior opera di debutto.
All’Una E Trentacinque Circa è l’orario in cui Vinicio e la sua musica erano relegati durante la gavetta in uno storico locale di Bellaria Igea Marina chiamato Pjazza. In chiusura, insomma, mentre i clienti abbandonavano il bancone, i camerieri rassettavano i tavoli e il gestore faceva di conto. “Storie di notti insonni e di sbronze, di amori perduti e di solitudini, di bar e di strada. Istantanee fedeli dell’universo caposseliano dell’epoca”, scrive Claudio Fabbretti parlando del disco. Un universo fatto di “guai, affollato di guitti stralunati, strade chiassose e vecchie macchine“, come specificherà lo stesso Vinicio, espresso tra jazz, swing, tanghi e toccanti riflessioni al pianoforte. Una forte intimità che Capossela recupera dopo trent’anni, dando sfogo e libertà a tutti i demoni che lo hanno accompagnato sin dagli inizi.
Nasce così Pandemonium, Da pan – tutto – e demonio, in opposizione a pan theos, tutto Dio. Laddove Pandemonium è anche mitologico strumento infernale, una specie di gigantesco organo in metallocostruito dai fantomatici sudditi del re Laurino, esseri di piccola statura, creature intraterrestri abitanti di un regno sotterraneo. Pandemonium è una dimensione abissale, sprofondata nelle viscere della terra, che Capossela ha rimestato quotidianamente durante l’isolamento quarantenale. Un’indagine profonda che svela le storie e gli scheletri negli armadi delle canzoni. Un repertorio scelto di volta in volta nei cunicoli scavati in trent’anni di canzoni. Pandemonium sarà una performance definitiva per Vinicio Capossela, in cui sprigionare tutti i demoni che compongono la complessità della nostra natura nelle sue contraddizioni.
Demoni che la pandemia e la quarantena hanno liberato dal loro vaso di pandora e a cui Capossela darà voce, suoni e frastuoni domenica 9 agosto 2020 sul Molo di Castro (Le) in occasione della XIV edizione del SEI Festival.